La Storia Lausiaca di Palladio, nato nel 363 in Galazia, nell'Asia Minore, e morto vescovo circa sessanta anni dopo, è il secondo volume della grande raccolta di "Vite dei santi", curata da Christine Mohrmann. La Vita di Antonio era un racconto dominato da una figura unica, seguita dalla nascita alla morte. La "Storia Lausiaca" è invece un romanzo a mille episodi, un polittico dagli infiniti scomparti, dipinto da un pittore ora ascetico ora favoloso, ora drammatico, ora comico. Le montagne di Nitria, il deserto di Libia e Scete, le rocce della Tebaide, le pianure di Palestina non sono più abitate da pochi eremiti solitari; ma da una folla colorita di monaci che abitano in monasteri, in celle isolate, in locande; come se, all'improvviso, l'alveare formicolante delle città orientali si fosse rifugiato nei deserti. Qualcuno di questi monaci, che forse ha alle spalle omicidi e ladrocini, è capace di sovrumani ascetismi: digiuna, non dorme, non si lava, resta chiuso in una tomba; canta e prega tutta la notte sotto la pioggia e la neve; trascorre l'esistenza in una perpetua contemplazione estatica, quasi abitasse già in cielo, tra gli apostoli, i profeti e i patriarchi. Molti conoscono che la semplice letizia del cuore - quell'ironia che l'umiltà sceglie per mascherarsi - è la forma più alta di santità; e passano tra i potenti della terra, i vescovi, i sapienti, gli angeli e i demoni, travesiti da domestici, da schiavi, da buffoni di Dio. Edizione con testo a fronte.