Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti...
La nostra recensione
Con Inseparabili, seconda parte del dittico Il fuoco amico dei ricordi, la cui prima parte, Persecuzione, è uscita nel 2010, Alessandro Piperno ha vinto il LXVI Premio Strega. Sullo scrittore romano, e su questi due romanzi in particolare, i critici si sono divisi su due fronti diametralmente opposti: chi lo considera uno dei più raffinati e incisivi scrittori italiani dell'ultima generazione, chi invece lo vede come un semplice epigono italiano di Proust, senza carattere e senza disciplina narrativa. Ritengo che i primi abbiano più fondati motivi nel loro giudizio, soprattutto dopo aver letto quest'ultimo romanzo, autonomo rispetto al precedente ma anche indissolubile con il primo, proprio perché 'il fuoco amico' qui giunge a bersaglio. Piperno - come un altro grande romanziere 'giovane', Jonathan Franzen - fa della famiglia il suo luogo di osservazione privilegiato, perché è proprio nelle dinamiche famigliari, nelle questioni di famiglia, che ritroviamo il senso del nostro quotidiano sforzo di esistere e nella famiglia ognuno di noi ha il primo legame e spesso l'ultimo. Un romanzo 'cattivo', è stato definito, ma solo nel senso che non ti concede la placida illusione che tutto debba andare bene per forza; cattivo perché ti trascina nella lettura e non ti permette di uscirne tanto facilmente. Antonio Strepparola
Alessandro Piperno nasce a Roma il 25 marzo 1972 ed è uno scrittore, critico letterario e accademico italiano. Da famiglia di origine ebraica inizia gli studi universitari in Toscana, a Pisa laureandosi poi a Roma in Letteratura francese presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Sempre a Roma diventa presto professore a contratto e infine ricercatore dall'ottobre 2008 sempre in Letteratura francese.
Nel 2000 ha pubblicato per FrancoAngeli un saggio critico sulla figura di Marcel Proust dal titolo Proust antiebreo.