Loki è riuscito a liberarsi dalle catene con cui Odino lo teneva prigioniero e marcia verso l'impresa che consacrerà per sempre il suo dominio: distruggere i Nove Mondi e scatenare il Ragnarok, il Giorno del Giudizio. Un'eternità trascorsa con un serpente sulla testa non ha certo mitigato l'ira del malvagio dio, e Magnus Chase dovrà fare appello a tutto il proprio coraggio per impedire che Loki salpi con la diabolica Nave dei Morti prima del solstizio d'estate. Nella sua missione più decisiva, però, Magnus dovrà affrontare Loki sul suo stesso terreno, in un duello in cui non serviranno mazze e spade quanto spirito e arguzia: una gara di dialettica, da combattersi a suon di... fantasiosi insulti! Solo bevendo il prodigioso Idromele di Kvasir Magnus potrà sperare di battere il dio, ma dovrà poi misurarsi con il suo terrificante vascello di zombie a bordo di una nave dall'aspetto non esattamente minaccioso, la Big Banana... Età di lettura: da 12 anni.
La nave degli scomparsi. Magnus Chase e gli dei di Asgard. 3.
Alessandro - 31/12/2017 20:16
4/
5
Non è facile dare un giudizio su questo libro. Per la prima volta sono felice che una delle saghe di Riordan sia finita. Di tutte le sue opere, la trilogia di Magnus Chase è sicuramente quella che mi piace meno. Il libro non è male, scritto in modo leggero: simpatico e in alcuni momento abbastanza intrigante. Infatti ho dato un voto abbastanza alto e generoso, come per i primi due. Una grande qualità dell'intera trilogia è l'ambientazione, l'atmosfera cupa e oscura che Riordan è riuscito a creare, perfetta per il mondo vichingo. Fin da La spada del guerriero sono rimasto colpito da villa Chase e, in quest'ultimo, ho trovato Niflheimr molto suggestiva. I personaggi, che soprattutto all'inizio ritenevo il punto debole della storia, vengono approfonditi e in parte migliorati. Anche se nel complesso il protagonista rimane fiacco e inoltre Alex toglie non poco spazio a Samirah, riducendo il ruolo di uno dei pochi personaggi interessanti della trilogia. Ho sempre attribuito alle opere di Riordan il grande merito si essere di essere istruttive, soprattutto per i giovani, dandogli le basi per capire i miti antichi. Ora mi sembra giusto sottolineare come la sua esposizione di tali miti non vada presa troppo alla lettera. Ad esempio per accedere al Valhala non occorreva morire impugnando un'arma con valore bensì morire con valore, con o senz'arma. E Kvasir non era proprio un dio. Ultimi i suoi libri sono sempre più saturi della sua ideologia, da cui derivano forzature a discapito della trama. Per esempio in più occasioni è ingiusto e imparziale nei confronti dei sudisti della Guerra di Secessione. E ho trovato senza senso tutto il rimpianto per l'uccisione dei 9 giganti schiavi, visto che comunque è apparso chiaro che fossero malvagi come i loro simili. E infine, tanto per essere chiari, Zeus e Odino non sono mai stati chiamati Re del Cosmo, bensì rispettivamente dell'Olimpo e di Asgard.
Alessandro - 31/12/2017 20:16