Che rapporto sussiste tra molteplicità dei quadri ambientali, storici, economici, sociali del nostro paese e l'unità dello Stato italiano? Quali sono i livelli e i probabili perimetri delle differenziazioni? Quali i possibili piani di ricomposizione? Al bivio tra geografia politica e regionale, questo volume si propone d'individuare protagonosti, articolazioni, punti di forza, equivoci che caratterizzano l'assetto del territorio italiano. Nella prima parte il lavoro offre un inquadramento d'insieme del gioco di prospettive attraverso cui la politica incontra il territorio, e si sofferma in particolare sul ruolo di una misura identificabile come "regione". Nella seconda si scandagliano le risorse atte a costruire un itinerario di valorizzazione territoriale: ambiente, popolazione, tessuto degli insediamenti urbani. Il tema dell città, che chiama in causa la dimensione reticolare, introduce alla terza parte, che inquadra gli orizzonti geopolitici, i cardini dello spazio economico, i processi redistributivi, le comunicazioni strutturali e la trama di poteri e consenso. Filo conduttore dell'indagine è l'idea di una "geografia civile", per la quale misurare e rappresentare il mondo significa porre il tema del suo governo. La regione che qui si insegue è un "valore politico", coerente insieme di luoghi in cui dare corpo e identità concrete alla domanda crescente di "cittadinanza sociale", in cui la gestione decentrata delle differenze sia strumento essenziale per rinsaldare la coscienza ideale della nazione e il concreto patto sociale e territoriale dello Stato unitario.