Nel 1963 un giornale dell'Avana dedicava un servizio agli abitanti più vecchi dell'isola. Miguel Barnet, un giovane scrittore etnologo, notò tra essi un cimarron, un ex schiavo fuggiasco: Esteban Montejo, che allora aveva centoquattro anni. Barnet registrò il racconto della sua vita, ordinandolo cronologicamente, e lo ripropose in tutta la sua forza documentaria e poetica, conservandone il sapore e il colore della parlata del suo personaggio. Un documento unico e irripetibile che ci racconta in modo avvincente le varie tappe dell'esistenza di questo schiavo: la durezza della vita, la fuga e l'isolamneto, il lavoro nelle piantagioni di canna, gli usi e i costumi, le donne, i balli, le cerimonie dei santeros delle religioni afrocubane, fino alla guerra d'indipendenza dalla Spagna negli anni 1895-1902. Come ha scritto Alejo Carpentier, Barnet ci offre "un monologo che sfugge a ogni meccanismo di creazione letteraria e tuttavia si inserisce nel quadro della letteratura per il mondo poetico che traduce". Questa edizione è accompagnata da un'appendice documentaria e da un'intervista a Barnet a cura di Gaetano Longo.