Se con "Il Principe" Machiavelli aveva voluto indicare una rapida soluzione per la crisi italiana attraverso l'opera di un personaggio d'eccezione, nei "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio" prospetta un'operazione di lunga lena per formare moralmente un popolo capace di dare vita a un nuovo Stato. E il popolo, nelle sue pagine, compare come una nuova figura di protagonista del pensiero politico, improntata sull'esempio di quei romani che 'popolo' erano stati nel pieno significato, anche istituzionale, del termine. Roma deve valere dunque come modello, non solo da imitare per le sue libere istituzioni e la virtù dei suoi cittadini, ma anche per mostrare come gli stessi ordinamenti repubblicani si siano sviluppati e perfezionati attraverso le contraddittorie vicende che ne costituiscono la storia. Così, sotto la veste apparentemente dimessa di un commento a Livio, viene articolandosi una visione del mondo coerente, che pur illustrando in termini inconsueti il nesso fra società, storia e natura, rifugge da ogni sistemazione dottrinale legata a rivelazioni provvidenzialistiche o ad astratte speculazioni filosofiche. Completano il volume le "Considerazioni intorno ai discorsi del Machiavelli" di Francesco Guicciardini. Introduzione, nota al testo, bibliografia essenziale e commento di Corrado Vivanti.