Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l'ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un inetto. A prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto però nasconde qualcosa di terribile, e la tata Maddalena, affettuosa e piangente. Ma Rebecca ha mani bellissime e talento per il piano. Grazie all'anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la complessa figura della madre, scoprendo i meccanismi perversi della sua famiglia. E nella musica trova un suo modo singolare di riscatto, una vita forse possibile. La Veladiano racconta senza sconti l'ipocrisia, l'intolleranza, la crudeltà della natura, la prevaricazione degli uomini sulle donne, l'incapacità di accettare e di accettarsi, la potenza delle passioni e del talento.
Che futuro ha una bambina brutta (ma brutta davvero!)? Perché è così? Perché viene trattata sempre con distacco o disprezzata in famiglia e a scuola? Ma essere brutta e riservata non impedisce alla protagonista di essere preziosa. L'essere ricchi e nobili a tutti i costi porta solo male (e malattie) ma essere contenti di quel che si è, con umiltà, può farci diventare artisti!
La vita accanto
Anonimo - 12/08/2011 22:10
4/
5
Molto carino. A volte fa rabbia, a volte tristessa. Ci si può anche rispecchiare...a me è piaciuto.
Giovanni Sanavio - 16/10/2013 00:07
Anonimo - 12/08/2011 22:10
Anonimo - 08/08/2011 22:13