Kweku Sai è morto all'alba, davanti al mare della sua casa in Ghana. Quella casa l'aveva disegnata lui stesso su un tovagliolino di carta, tanti anni prima: un rapido schizzo, poco più che un appunto, come quando si annota un sogno prima che svanisca. Il suo sogno era avere accanto a sé, ognuno in una stanza, i quattro figli e la moglie Fola. Una casa che fosse contenuta in una casa più grande - il Ghana, da cui era fuggito giovanissimo - e che, a sua volta, contenesse una casa più piccola, la sua famiglia. Ma quella mattina Kweku è lontano dai suoi figli e da Fola. Perché il chirurgo più geniale di Boston, il ragazzo prodigio che da un villaggio africano era riuscito a scalare le più importanti università statunitensi, il padre premuroso e venerato, il marito fedele e innamorato, oggi muore lontano dalla sua famiglia? Lontano da Olu, il figlio maggiore, che ha seguito le orme del padre per vivere la vita che il genitore avrebbe dovuto vivere. Lontano dai gemelli, Taiwo e Kehinde, la cui miracolosa bellezza non riesce a nascondere le loro ferite. Lontano da Sadie, dalla sua inquietudine, dal suo sentimento di costante inadeguatezza. E lontano da Fola, la sua Fola. Ma le cose che sembrano più fragili, come i sogni, come certe famiglie, a volte sono quelle che si rivelano più resistenti, quelle che si scoprono più forti della Storia (delle sue guerre, delle sue ingiustizie) e del Tempo.
Ho letto il romanzo di Taiye Selasi incuriosita dalla sua partecipazione come giudice nel programma "Masterpiece", talent letterario di RaiTre. "La bellezza delle cose fragili", il cui titolo nella traduzione italiana di Federica Aceto trovo sia ancora più evocativo dell'originale "Ghana must go" è un romanzo da leggere perché davvero commovente.
Racconta la storia della famiglia Sai, l'amore e il dolore che li lega. Kweku Sai e sua moglie Folasade, partiti dall'Africa, sono riusciti a crearsi una famiglia e una posizione negli USA con tanti sacrifici: hanno quattro figli, Kweku è un chirurgo di straordinaria bravura, Folasade ha un chisco di fiori e sono felici. Finché un giorno una brusca rottura manda tutto in pezzi. Ognuno cercherà di sopravvivere come meglio può ma quella ferita li segnerà tutti per il resto della vita.
Leggendo questo romanzo non si può non soffermarsi a pensare all'importanza che hanno gli affetti per tutti noi e per la nostra felicità, spesso si danno per scontati e solo quando si spezzano questi legami ci rendiamo conto di quanto siano precari; sta a noi apprezzare ogni singolo momento e sforzarci di coltivarli sempre.
zenobia78 - 28/06/2014 18:27