Una città messa in ginocchio da una violenta epidemia; un colonnello visitato in sogno dalla moglie defunta che gli intima di non sollevarle il velo dal viso; una donna pedinata da un tale che sostiene di essere suo marito. Apparizioni, interventi sovrannaturali, incubi e scherzi del destino. "Dai Canti degli slavi orientali", "le Allegorie", "i Requiem" e le "Fiabe" prorompe una galleria di personaggi sulfurei e vibranti.
La nostra recensione
Tra crudo realismo e senso del fantastico una raccolta di storie che reinventa la tradizione di Gogol e Poe e racconta la Russia contemporanea come se fosse un atroce, fiabesco scherzo del destino.
«La piú grande autrice russa vivente». The Guardian
«Ljudmila Petruševskaja, ovvero la quieta maestria dell’assurdo». The New Yorker
«Un’incantevole raccolta di racconti umani e spassionati come C¿ echov, foschi e divertenti come Beckett, cupi e spiazzanti come Poe». The Independent
Ljudmila Petruševskaja è nata nel 1938 a Mosca, dove vive. Dopo essere stata a lungo ostracizzata ai tempi dell’Unione Sovietica, con questa raccolta di racconti ha raggiunto una notorietà anche internazionale. Ha scritto una quindicina di libri e vinto numerosi riconoscimenti tra i quali il piú importante premio letterario russo alla carriera.