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Lionel Asbo. Stato dell'Inghilterra

Martin Amis
pubblicato da Einaudi

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Ecco Lionel Asbo. Visto da certe angolazioni potrebbe ricordarvi l'attaccante Wayne Rooney, il fenomeno della nazionale inglese e del Manchester United: lo stesso sorriso a denti larghi, la stessa corporatura non molto alta, non molto grassa, ma molto ben piazzata. Di diverso ha una propensione alla violenza in tutte le sue forme e dolorose varietà e un dottorato guadagnato sulla strada in Volgarità e Diritto penale (e se di questa scienza è diventato esperto entrando e uscendo di prigione, per le più creative sconcezze ha proprio un talento naturale). E poi c'è Desmond, l'amato nipotino di "zio Li", un quindicenne che solo perché in grado di scrivere - ma senza pretendere correttezza grammaticale (il più grande mistero: il punto e virgola) - viene considerato dal resto della famiglia un estenuato poeta decadente e a cui Lionel ama dispensare consigli ricchi di saggezza e matura responsabilità per riportarlo sulla retta via: "Perché non te ne vai in giro a sfasciare qualche vetrina? Oppure vattene a casa e guardati un porno come si deve". Des forse verrebbe visto in un'altra luce se sapessero che ha una relazione sessuale con sua nonna, una vecchia di... 39 anni. Insomma: questa è solo la situazione iniziale, il contesto in cui si innesca - complice anche una lotteria - una storia di incredibile, grottesco umorismo che farà del rozzo, violento, omicida Lionel Asbo l'uomo più ricco, paparazzato, chiacchierato, inseguito, desiderato della nazione.

La nostra recensione

C’è uno spettro che si aggira per l’Europa: la neo-barbarie, l’annientamento della cultura, il trash omologato, la volgarità verticale che tocca tanto i miserabili delle periferie quanto i vip del gossip. Questo spettro si incarna nella corportaura tozza, nello sguardo torvo, nel comportamento aggressivo e violento di Lionel Asbo, cognome elegante se fosse realmente il suo e non invece l’acronimo di “Anti-Social Behaviour Order” (Avviso di pericolosità sociale), assunto con una punta d’orgoglio al posto del più banale Pepperdine, in ricordo della sua prima ordinanza restrittiva ricevuta all’età di tre anni e due giorni: un record! Un cognome che ricorda troppo i bassifondi, i sobborghi londinesi piagati dalla povertà, dalla delinquenza, dalle gravidanze precoci. Lionel stesso è il settimo figlio di Grace, nato quando lei aveva diciannove anni; la prima, Cilla, nata quando Grace ne aveva dodici, è la madre di Des, il nipote preferito di Lionel, cui ha fatto da padre dopo la morte precoce di Cilla. Des è un giovane curioso e sveglio che cerca il riscatto, di uscire dall’immaginaria Diston, luogo letterario concentrato di vizi e brutture quanto mai realistiche, adora lo zio ma non ne segue né le orme né i consigli; non fosse per quel tabù, quel vuoto d’affetto riempito nel modo più sconsiderato e pericoloso. Martin Amis, con la sua scrittura ironica e fluida, si concede un trucco semplice quanto dirompente: far vincere a questo disadattato eccessivo e volgare la bellezza di 140 milioni di sterline, facendolo diventare l’obiettivo principale della cronaca rosa (oltre che di quella nera), una celebrità da tabloid scandalistici. Lionel Asbo è un ritratto lucido, feroce, apocalittico dell’Inghilterra di oggi (ma quanti sono i tratti comuni con la società occidentale in genere!), soffocata da orrori e frivolezza, ignoranza e cattivo gusto. Eppure, nel romanzo si solleva anche quell’aura di speranza tutta dickensiana - anche se meno sentimentale -, rappresentata da Des e dalla sua arma vincente: il futuro.
Antonio Strepparola

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Einaudi

Collana Supercoralli

Formato Rilegato

Pubblicato 24/09/2013

Pagine 320

Lingua Italiano

Titolo Originale Lionel Asbo

Lingua Originale Inglese

Isbn o codice id 9788806211400

Traduttore F. Aceto

1 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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Lionel Asbo. Stato dell'Inghilterra spinnu

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voto 4 su 5 E' il primo libro che leggo di Amis. Ho trovato il suo stile abbastanza particolare e la storia molto avvincente. Ciò che cattura è capire come andrà a finire l'epopea di Lionel Asbo, delinquente della periferia londinese. Asbo è cinico. è sbruffone, è cattivo, è rozzo, è volgare, ma in certi atteggiamenti può risultare anche simpatico(se tralasciamo l'episodio finale che serve a rendercelo insopportabile negandogli qualsiasi genere di attenuanti). La critica alle periferie degradate delle grandi città è evidente, come quella alla società attuale, basata sul nulla, sull'apparenza, dove più che persone vediamo all'opera esseri squallidi, meschini, senza qualità, intenti a violentare se stessi e gli altri, schiavi del più inutile ed effimero (pseudo)bene di oggi: la popolarità. In mezzo a tanta negatività si erge il personaggio di Desmond, il nipote di zio Li, puro, ingenuo, insicuro, frenato nel suo agire quotidiano dal peso morale di un rapporto incestuoso avuto con sua nonna, la mamma di Lionel. Per ultimo un accenno alla piccola Cilla, il personaggio che più di Desmond contrasta Lionel. Nata prematura rappresenta la speranza, il buono che c'è nel mondo. Il suo sorriso ad oltranza non è l'antidoto ai mali della terra che sempre esisteranno, ma la testimonianza che la positività è l'unico modo che abbiamo a disposizione per colorare il grigio che ha imbruttito la nostra società.

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