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Paradiso e naufragio

Massimo Cacciari
pubblicato da Einaudi

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"L'uomo senza qualità" di Robert Musil riflette l'uomo contemporaneo, per cui il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca. Vi sono poche opere universali che in figure e situazioni storicamente concrete sanno esprimere lo spirito di un'epoca, la 'ragione' dei suoi drammi e della sua catastrofe, con la massima obbiettività, il più lucido disincanto e insieme la partecipazione più coinvolgente e sofferta. Opere che compiono il «miracolo» della trasformazione del 'pathos' in conoscenza, e della conoscenza più esatta e anche spietata della realtà che rappresentano in autentica 'saggezza' intorno alle insuperabili contraddizioni e aporie della nostra esistenza, saggezza che trascende ogni limite di tempo e cultura. "L'uomo senza qualità" è una di queste. L'uomo contemporaneo abita il «cielo dei casi», di cui canta lo Zarathustra di Nietzsche, ma le sue conoscenze statistico-probabilistiche gli consentono di affrontarlo pur sempre armato di relative certezze. Il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre - ma guai a lasciarsi infatuare da ideologie, vuoti profetismi, promesse salvifiche. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca. La mèta non è determinabile, epperò occorre tenere lo sguardo ben lucido per cogliere tutto ciò che durante il viaggio ci viene incontro e contro. E il romanzo è una straripante piena di indimenticabili incontri. La mèta è forse almeno indicabile? Possiamo farne segno? Il suo segno è quel "Viaggio in Paradiso" in cui avrebbe dovuto compiersi il grande romanzo? La rinuncia a ogni dialettica conciliativa, a ogni ben fondata sovranità politica, a ogni immutabile Legge, non è rinuncia all'"impossibile possibilità" di quell'esperienza che, nell'istante di una "incommensurabile chiarezza", accorda il mondo dell'esattezza probabilistico-statistica al sentimento che ci rende partecipi di ciò che amiamo come lo abitassimo all'interno. Il matematico Ulrich, l'uomo senza qualità, si volge a quella Chiarezza e la ama, tanto più intensamente quanto più, «con rigore», ne riconosce l'inafferrabilità.

Dettagli down

Generi Psicologia e Filosofia » Filosofia occidentale e Storia della filosofia » Filosofia occidentale: dal 1900

Editore Einaudi

Collana Gli struzzi

Formato Brossura

Pubblicato 22/02/2022

Pagine 128

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806253295

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Paradiso e naufragio camillaia

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voto 5 su 5 Massimo Cacciari in Paradiso e naufragio, Einaudi, pagg. 128, euro 13, sin dal titolo e dalla cover stessa (richiama le teorie del caos), marca il territorio e completa la sua riflessione sul fare filosofia che mai si racchiude ed esaurisce nel proprio campo d'elezione. Ancora più vero nel caso del filosofo veneziano che attraversa con grazia e furore la letteratura, la politica nel senso più alto del termine e che, per questo, si fa vita nel mondo della vita con una presenza e testimonianza civile costante e getta il cuore oltre ogni confine che si vuole precluso alla filosofia quale quello del pensiero scientifico. Nella lectio magistralis su Hegel, Cacciari dice "filosofi smettete di chiamarvi amanti" , appunto il termine  , , significa "amare", , sta per sapere,  perché "la filosofia si è immedesimata con la scienza"  Il nesso sapere-storia-potere-scienza è il nostro habitat. "L'uomo senza qualità" di Robert Musil, ascoltato da Cacciari, in questo suo nuovo saggio, rappresenta un topos fondante di una letteratura che interseca la sua parola col senso di smarrimento, inconcludenza propria dell'erlebnis retta dal caos che fu già in principio come ci consegna il mito venne poi la Concordia, Eros per mettere ordine al disordine. La materia da cui sorge il vivente è magmatica, indefinibile nella sua infinitezza, vano è ogni tentativo di descriverla e contenerla. L'insensatezza, l'inesatto, il probabile, l'imprevedibile, l'indescrivibile, il caso non è fuggito dagli umani come gli dei. Lo ritroviamo vitale e determinante da "La crisi delle scienze" di Husserl che non è sorta a caso, e trova il suggello nel teorema di incompiutezza di Gödel nelle teorie non lineari, nelle teorie della complessità ha piena cittadinanza e non si accontenta di sostare nei libri, no vive e lotta con e tra noi: nella vita di ogni giorno. Cacciari analizza e riflette la nostra vivenza investita e travolta proprio in questi giorni dalla necessità di una scelta irremovibile: paradiso o naufragio, salvezza o implosione del mondo? L'ordine, la misura, la compostezza, l'apollineo non ci appartiene e forse è stata non bene intesa la voce di Nietzsche. Il caos si nasconde e coesiste col cosmos come gli studi del nobel Parisi ci indicano: vige il chaosmos  Se volessimo trasporre la crisi dei fondamenti dalla scienza al vivente ci accorgeremmo come esso sia ancor meno rassicurante in quanto immenso, ancora inconoscibile e impensato del tutto. E' la mente umana ad essere retta da passioni indomabili. Ci caratterizza la che è anche un soggiacere e se si subisce uno status se ne è appunto succubi. Mai come ora l'umanità è travolta e trascinata da una "bufera infernal che mai non resta" nella storia umana. Luomo senza qualità Ulrich è un matematico ed esemplifica la ricerca e l'amore  per "il chiaro e distinto" e vive le aporie e la violenza del paradosso che non appartengono solo alla scienza ma sono innervati alla vita, ci costituiscono.  Abitiamo l'inconcludenza e cerchiamo chiarezza per ritrovarci accanto e sperimentare il paradosso. "Non è impossibile che la scienza sia fin d'ora vicina alla sua ultima possibilità di descrizione finita; l'indescrivibile, l'informalizzabile sono ormai alle porte e dobbiamo raccogliere la sfida. Da questo punto di vista, i nostri metodi, in sé troppo indeterminati, condurranno ad un'arte dei modelli e non ad una tecnica standard" scrive un altro matematico e filosofo Renè Thom padre della Teoria delle catastrofi. Possiamo dire, con Musil, che non resta "altro che silenzio" ? Cacciari sembra suggerire che l'esercizio del silenzio, non può significare rassegnazione perché «la propria qualità interiore, per luomo, è un demone» e va perseguita la parola di Eraclito « » nell'ordinario, nell'inconsueto e nei momenti di rivolgimenti che portano all'inaspettato, all'imprevedibile.

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