"E' la voce di chi coglie il miracoloso ovunque, ma per questa stessa ragione è incline a renderlo molto più semplice e accessibile a tutti. Allora il miracolo di Ovidio è come smontato in tutte le sue parti, riprodotto nelle molteplicità che lo caratterizzano, ma poi reso un evento 'normale', tale da popolare di sé ogni settore dell'universo. Il lettore è come attorniato da eventi miracolosi, abbinati a ogni caso del mito, ma anche della storia più vicina, della Roma contemporanea. E di tutti sono spiegate la dinamica e la motivazione, di tutti è dato conto nei particolari. Alla fine il miracolo è reso quasi compatibile con la ragione, visibile ed esplorabile in ogni sua parte: è il miracolo laico e un po' razionalistico di Ovidio, che non risponde ad alcuna esigenza realmente religiosa, bensì all'obiettivo estetico di esaltare la visibilità dell'evento portentoso." (Dall'Introduzione)