Il peso della grazia è semplicemente il racconto di una storia d'amore. Eppure: cosa c'è di semplice nei sentimenti tra due persone?
Giuseppe è un giovane ricercatore di fisica, lavora da anni a uno studio sulle fiamme che minaccia di rivelarsi un fallimento. Nel frattempo ha perso il contatto con la realtà. Ha diradato i rapporti con gli amici e con la famiglia, ormai dispersa in quattro città diverse. L'unica compagnia che frequenta è un barbone polacco che lo chiama per qualunque emergenza, vera o presunta. E anche la recente conversione al cattolicesimo somiglia sempre piú pericolosamente a una bizzarra ossessione.
Sarà per questo che quando una sera d'estate incontra Fiora, Giuseppe si accorge di aver trovato «una kryptonite che riesce a disinnescare la sua capacità di distrazione». Eppure niente sembra piú difficile che decidere di affidarsi a un'altra persona. Smettere di difendersi è un gesto estremo, una pratica desueta e misteriosa. «Ma come si fa a sapere che non si va da nessuna parte se non si percorre una via fino in fondo?»
La nostra recensione
Paure, sogni, possibilità: che cosa riserva la società di oggi alla generazione TQ (i trentaquarantenni), rallentata dalla pressione ostile dei 'grandi', rivitalizzata da una smania creativa focosa ma talvolta autodistruttiva? Giuseppe è uno di loro, uno dei tanti precari d'Italia che insistono a crederci e ad amare, che insistono cioè a cercare di mettere ordine nel caos della propria vita e di dare un senso al tempo che passa e ai luoghi in cui vivono. In questo caso, una Roma d'oggi afona e accartocciata su sé stessa, che fa da scenario, non solo, diventa essa stessa un ingranaggio della storia d'amore tra Giuseppe e Fiora; perché questo è il romanzo di Christian Raimo: una normale, precaria, disadorna, forte storia d'amore. La trama, essenziale, è arricchita da flussi di narrazione rapidi e trascinanti, punteggiata di dialoghi diretti, con un velo di ironia che si deposita e si concentra in situazioni a volte grottesche, perfino comiche. Prova di ampio respiro questa di Raimo, che finora aveva affrontato solo racconti e brevi saggi, e che qui rivela una scrittura matura e attenta, iconografica, ricca di immagini e metafore. Il vero nucleo ribollente di questo romanzo è la sua intensità emotiva che al lettore chiede attenzione e partecipazione, una partecipazione 'visiva'. Una storia sul mondo giovanile di oggi, che si insinua tra le ossessioni, le paure, i dubbi, le feroci contraddizioni di una generazione prigioniera del futuro.
Antonio Strepparola