La fine dell'Unione Sovietica (1991) ha favorito il crollo dei regimi comunisti dell'Europa centro-orientale in Bulgaria, Polonia, Slovenia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e nelle province baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania. Appena formatisi, i nuovi governi hanno subito chiesto di entrare a far parte dell'Unione europea (Ue). Ma Bruxelles ha subordinato il loro ingresso ad una completa trasformazione democratica delle istituzioni, che garantisse il rispetto della legge e la reale fruizione dei diritti politici e civili per tutti i cittadini. Ne è nato un negoziato, durato diversi anni, che ha visto l'Ue impegnata in prima linea a sostegno della democrazia nei paesi candidati. Questo volume illustra l'azione svolta dall'Ue per la promozione della democrazia nei paesi ex comunisti; indica i risultati raggiunti; spiega i motivi per i quali alcuni paesi sono riusciti a trasformarsi meglio di altri; segnala i vantaggi e i rischi derivanti dall'allargamento per il futuro sviluppo dell'Ue. Un originale contributo critico, fondato su una vastissima documentazione, sul tema dello storico allargamento, sancito nel maggio 2004, che ha riunificato l'Europa nel comune terreno della democrazia.