"Scrittore è qualcuno che presta attenzione al mondo." Questa frase di Susan Sontag rende meglio di ogni altra ciò che lei ha voluto essere nella sua intensa vita di scrittrice, intellettuale scomoda, voce impegnata della cultura americana. La sua intelligenza vivace, la sua capacità espressiva, la sua profonda curiosità per tutto e tutti, oltre all'impegno civile - per lei inscindibile da quello letterario - ne fanno una delle personalità più importanti e rappresentative del ventesimo secolo. I saggi e gli interventi pubblici qui raccolti, scritti e pronunciati negli ultimi anni della sua vita, trattano con il coraggio e l'acume che hanno contraddistinto tutte le sue opere argomenti molto diversi tra loro: dalla letteratura russa (attraverso l'analisi dei temi caratteristici e i ritratti di alcuni dei protagonisti, come Fedor Dostoevskij e Marina Cvetaeva, ma anche di autori meno noti, come Leonid Cypkin) ai romanzi del premio Nobel sudafricano Nadine Gordimer (che fotogratano i conflitti razziali del suo paese), dalla retorica politica americana dopo la tragedia dell'11 settembre alle spaventose torture inflitte nel 2004 dai soldati statunitensi e inglesi ai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib. "Nello stesso tempo" è una straordinaria raccolta di riflessioni sulla letteratura, sull'arte, sulla politica, e insieme un coraggioso atto d'accusa contro ogni forma di sopraffazione e contro quegli intellettuali che, di fronte alle sempre maggiori e intollerabili ingiustizie dei nostri giorni, si rifugiano nell'indifferenza, dimenticando che i valori etici ed estetici non sono mai scindibili e si rafforzano a vicenda: la grande lezione di Sontag, che percorre e anima queste illuminanti pagine.