Questa è la biografia di un testimone d'eccezione, che è stato per molti anni l'interprete ufficiale prima del premier e ministro degli Esteri cinese Zhou Enlai, poi del presidente Mao Zedong (e ha stretto la mano a sei presidenti americani, da Nixon a Clinton). Ma è anche, per certi versi, l'autobiografia della Cina negli ultimi sessant'anni. Soprattutto perché l'autore assegna una dimensione corale alla propria esperienza individuale. Sul filo di ricordi che, dai sapori dell'infanzia agli oltre dieci anni vissuti negli Stati Uniti, dal ritorno in patria ai Cento fiori, giungono fino a ieri, Ji Chaozhu dà forma narrativa a un intero Paese, intrecciando la sua vicenda di persona che ha frequentato per decenni i corridoi del potere con gli eventi che hanno scandito l'evoluzione del continente Cina: l'aggressione giapponese del 1937, la guerra civile tra comunisti e nazionalisti e la sconfitta di questi ultimi, il Grande balzo in avanti, la Rivoluzione culturale, il contenzioso di Taiwan, il Tibet, piazza Tiananmen, la recente deflagrazione economica. Di un arco temporale così lungo i due leader più carismatici sono stati senza dubbio Mao e Zhou Enlai, padri fondatori della Repubblica popolare cinese. Chaozhu ne traccia un inconsueto ritratto di prima mano, umano prima ancora che politico. Profondamente cinese, egli invita il lettore a un viaggio dentro la Cina dei proverbi e degli aneddoti, ma soprattutto la Cina perno dell'Asia che nello scacchiere mondiale incalza a livello economico gli Stati Uniti e l'Europa. La Cina dinamica e disposta al dialogo ma con una visione del mondo "tradizionalmente introspettiva e difensiva, invece che imperialista". Un Paese di Mezzo che, proprio perché tale, non ha bisogno di muoversi.