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Intervista a Ian Caldwell, autore de Il quinto Vangelo

Un thriller storico per i fan di Dan Brown

di Redazione Mondadori Store
20 ottobre 2015

Il segreto della Sacra Sindone, la più importante reliquia del Cristianesimo, è custodito all’interno dei quattro Vangeli e di un quinto Vangelo, sconosciuto ai più, chiamato Diatessaron. È questa la straordinaria scoperta di Ugo Nogara, curatore di una mostra misteriosa che sta per inaugurarsi in Vaticano, trovato morto alcuni giorni prima della sua apertura. Siamo nell’ultimo anno del pontificato di Giovanni Paolo II e Ian Caldwell fa partire da qui un viaggio appassionante alla scoperta dei misteri e degli intrighi vaticani che da millenni affascinano milioni di persone nel mondo. “Devo tutto a Umberto Eco” ci dice Caldwell che abbiamo intervistato in anteprima e che il 24 ottobre (alle ore 12,30 al Castello Sforzesco, dove verrà intervistato dal conduttore televisivo Daniele Bossari) sarà uno degli ospiti più attesi di Bookcity.


Il quinto Vangelo è un thriller sul cui sfondo scorre la storia della cristianità e gli intrighi del Vaticano. A cosa si è ispirato per scriverlo?
Nell’arte cristiana c’è un mistero: per più di millecinquecento anni, Gesù è stato raffigurato come un uomo con la barba e con i capelli lunghi, anche se la Bibbia non ci dice assolutamente nulla sul suo aspetto fisico, e i più antichi dipinti sono contraddittori in merito. Da dove viene allora quell’immagine di Gesù? È una questione delicata e affascinante perché ne solleva una ancora più grande: come sappiamo ciò che sappiamo di Gesù Cristo? La mia ricerca su questo argomento mi ha condotto alle sacre reliquie antiche e alla politica moderna del Vaticano ma, cosa ancora più importante, mi ha condotto ai seminari pontifici a Roma, dove si insegna ai sacerdoti a leggere i Vangeli in modo moderno e scientifico. Molti lettori saranno sorpresi di sapere cosa si insegna sulla Bibbia alle élite sacerdotali della Chiesa cattolica.

Erudizione e divertimento sono mescolati così bene che noi lettori vogliamo sapere quanto ci sia di vero e quanto invece sia inventato nel romanzo, e quale sia nel suo modo di lavorare il rapporto tra verità e finzione letteraria.
Rispondo così: i miei personaggi sono di finzione, ma vivono dentro un Vaticano molto realistico, e tutte le invenzioni del romanzo sono verosimili. Anche i dettagli apparentemente più stravaganti sono veri. Faccio un esempio. Il quinto Vangelo cita una collezione di vecchi manoscritti che si trovano nella biblioteca vaticana – che includono alcuni dei libri più antichi al mondo – trafugati da un monastero in Egitto alcuni secoli fa e portati a Roma. Un ex-abate del monastero, però, aveva scritto una maledizione dentro ciascuno di quei manoscritti: a chi avesse osato portare via i manoscritti dalla loro biblioteca sarebbe accaduto qualcosa di brutto. Ed ecco che il male si abbatté sul sacerdote bibliotecario che portò i libri a Roma. La sua nave si capovolse nel Nilo e lui annegò. Ma non finisce qui perché il male colpì anche, in Vaticano, i suoi familiari che provarono a catalogare, in seguito, quei manoscritti per la biblioteca papale. Come tutte le storie de Il quinto Vangelo, anche questa è vera.

Lei ha scritto due thriller storici di grande successo che sono stati paragonati ai romanzi di Dan Brown. Quali sono i suoi modelli letterari?
Io ho un debito di riconoscenza verso Umberto Eco. A quindici anni, a scuola, ho potuto vedere il film tratto dal suo best-seller Il nome della rosa, ed è proprio da allora che ho cominciato a interessarmi di cultura europea, testi antichi e pericoli dell’interpretazione. Alcuni anni dopo, studiando questi argomenti a Princeton, lavorando per un famoso professore di Storia del Rinascimento, fui incaricato di spedire un libro al professor Eco in Italia. Questo fatto rappresentò per me un grande privilegio ed ebbe (anche se non potrei dire come) con un significato per il mio futuro. Dovetti fare appello a tutto il mio coraggio per non mettere una mia nota privata dentro il libro del professore! In seguito Umberto Eco tornò nella mia vita quando cominciai a scrivere il mio primo romanzo La regola del quattro, che narra di alcuni laureandi che decifrano un testo rinascimentale. In un viaggio in Europa lessi religiosamente Il nome della rosa durante i miei viaggi in autobus e in treno ritrovando proprio qui l’urgenza intellettuale e il pericolo che volevo catturare. Questo per spiegarvi che sarebbe riduttivo dire che Umberto Eco ha avuto influenza su di me.

Il 24 ottobre sarà ospite di Bookcity, ed è l’Italia a ispirare i suoi due libri. Sembra lei abbia un legame molto speciale con il Belpaese.
Molti lettori mi hanno chiesto come abbia fatto a scrivere un romanzo sul Vaticano senza essere stato in Italia durante l’elaborazione dell’opera. La risposta è che l’Italia è spesso nei miei pensieri, anche se non sono così fortunato da averla di fronte a me. Dante sosteneva di essersi innamorato a prima vista di Beatrice, ma la vide solo due volte, una ogni nove anni. Ho visto per la prima volta l’Italia a vent’anni, nell’estate dopo il mio secondo anno di college. Ero nell’appartamento di una generosa coppia fiorentina dentro Palazzo Capponi con la mia famiglia. Nove anni dopo, in inverno, sono tornato in Italia subito dopo la pubblicazione del mio primo romanzo: io e la mia fidanzata eravamo invitati al festival di Courmayeur. Ci sono voluti più di nove anni ancora per scrivere Il quinto Vangelo e non vedo l’ora di tornare in Italia per il terzo “avvistamento”.

Che consiglio darebbe a chi scrive un romanzo? Sta già pensando a cosa scriverà dopo Il quinto 
Vangelo?
Il consiglio che spesso si dà agli aspiranti scrittori è “scrivi quello che conosci”. Ma io vorrei suggerire anche “scrivi quello che ami”. Sapevo abbastanza poco di Vaticano quando ho cominciato a scrivere Il quinto Vangelo una decina di anni fa, ma l’amore per l’argomento era così forte da spingermi ad affrontare anni di studio. Ora conosco benissimo il Vaticano e il mio interesse resta così grande che sono pronto a lavorare a un nuovo romanzo con un tema italiano....

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Chi è Ian Caldwell

Classe 1976, Ian Caldwell è un romanziere americano noto per essere il co-autore del romanzo Il codice dei quattro (2004). Il quinto Vangelo è il suo secondo libro. Vive a Vienna con la moglie e i tre figli.

 

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