Arrigo è un delinquente di mezza tacca che, in attesa di sfondare nel mondo del crimine, lavora come netturbino. Mac trascorrerebbe le giornate crogiolandosi nella solitudine, se non avesse dato un senso alla vita accudendo la vecchia zia, malata di Alzheimer e con una fissazione per Clark Gable. Ruperto, inguaribile amante dell'avventura, con l'aiuto di uno strizzacervelli ha finalmente capito come superare la depressione che lo attanaglia: ciò che gli serve è un colpo coi fiocchi, una di quelle indimenticabili e adrenaliniche rapine bene escogitate - e che puntualmente andavano a puttane - condivise in passato con Arrigo e Mac. I tre amici si sono persi di vista da troppo tempo, finché il ritrovamento, tra la spazzatura di un ristorante cinese, di una fascetta per mazzette con la dicitura 20.000 offre loro l'occasione della vita: il colpo dei colpi, un piano infallibile che cambierà per sempre le loro esistenze...
Adriatica crime è stato un libro scoperta che tanto mi ha incuriosita dalla sinossi quanto mi ha stupita durante la lettura.
La storia gira attorno ad un gruppo di tre amici che, stufi del ritmo cadenzato che la vita lavorativa richiede, decidono di fare il colpo del secolo rapinando un ristorante, il tutto con la loro inesperienza che li porta da una situazione all'altra con la stessa imprevedibilità di un aquilone sospinto dal vento.
Nella storia di spionaggio raccontata, la parte legata ai protagonisti prende quasi un accento comico, perché questi riescono ad uscire da situazioni impensabili con laiuto delle cose più disparate.
Questo lato ironico del romanzo è quello che mi ha colpito sicuramente di più, perché è riuscito a rendere piacevole la storia nel suo complesso, dall'altra parte, però, è servita all'autore per dare al lettore un finale dolceamaro, non tanto per le perdite di personaggi o meno, quanto per il messaggio sottinteso.
Asia Paglino - 17/01/2020 15:15