"Afghanistan. C'è un aggettivo che, ormai da dieci anni, accompagna inesorabilmente il nome di questo Paese. L'aggettivo è: dimenticato. L'Afghanistan dimenticato. Un non luogo. Tre paia di occhi diversi, tre linguaggi diversi per raccontare, per incrinare anche di poco l'amnesia colpevole del mondo. Perché quel non luogo e quel non tempo sono colmi di vite umiliate, negate, mutilate. In questo libro abbiamo provato a raccogliere segni, parole e immagini. E forse, lo spero, anche il non detto, quello che non si può scrivere, disegnare o fotografare." (Vauro). Con un'introduzione di Gino Strada. I diritti d'autore di questo libro sono destinati ad "Emergency".
La nostra recensione
Dell'Afghanistan sapevamo pochissimo ed eravamo rimasti alle statue dei budda pre-islamiche abbattute dall'iconoclastia integralista. Questo libro mette a posto la nostra memoria restituendo un ordine alla storia e ai suoi accadimenti e portando un po' di chiarezza là dove ci sono soltanto dubbi. Scopriamo che la religione da sola non basta a spiegare, che essa - con i giusti ingredienti - può essere il combustibile per far procedere ben altri interessi, tutti basati sul compromesso macchiavellico de "il fine giustifica i mezzi". Per questo la droga, il petrolio, il gas, diventano gli obiettivi non dichiarati di una guerra "staffetta" che dura da più di vent'anni. Si la religione, si l'integralismo, ma... Scopriamo che la Kabul devastata e ridotta ad un cumulo di macerie non è il risultato dell'invasione russa, bensì della lotta fratricida tra fazioni dei vincitori mujaheddin, che hanno polverizzato il paese con armi arrivate da ogni parte del mondo, con know-how forniti dalle superpotenze. Scopriamo il ruolo della CIA, della Cina, dell'Iran. Scopriamo la differenza tra l'Islam sunnita e sciita, (il che basterebbe da solo a smettere di parlare di Islam in senso vago come siamo abituati a fare). Chi ci guadagna? Non si sa o forse si - ma tutti abbiamo davanti agli occhi i veri sconfitti, i civili. Questo libro parla anche di loro, forse parla soprattutto di loro anche quando non li cita direttamente: li cita perchè la guerra non avviene in un campo recintato con un arbitro, ma invade e distrugge ogni vita che incontra che siano di donne, bambini, o degli studenti coranici mandati come carne da macello a combattere in nome di una guerra santa, ma non abbastanza santa da ignorare miliardi di dollari ricavati dalle coltivazioni di oppio. Ma nulla è nato per caso, tutto si tiene, appunto, e purtroppo scopriamo che il senso di quello che stiamo vivendo è molto lontano e molto nascosto tra l'ufficilità della Storia e l'immaginazione. I diritti d'autore di questo libro sono destinati a Emergency, l'associazione senza scopro di lucro che si occupa dell'assistenza medica delle vittime della guerra, di tutte le vittime, di ogni schieramento. Gino Strada, fondatore di Emergency, ha scritto anche l'introduzione al libro.
La redazione