In epoca coloniale l'Africa era per gli europei una terra di misteri, riti complicati e potenze invisibili, sfondo negativo su cui elaborare una rappresentazione positiva della storia e dei valori occidentali. Già i primi missionari sbarcati sulle coste africane all'epoca della tratta degli schiavi avevano riportato in patria racconti di pratiche stregonesche. Ancora nell'Ottocento e nel primo Novecento lo stile di vita e la religiosità degli africani erano ritenuti specchio di un popolo arretrato e prigioniero della superstizione. L'antropologia professionale ha combattuto con energia questi pregiudizi culturali, ma gli eventi drammatici che hanno segnato la storia africana di fine millennio hanno contribuito a ravvivare la vecchia immagine di un'Africa ancestrale e selvaggia. Questo libro affronta l'argomento della stregoneria intrecciando due diversi approcci disciplinari: la teoria antropologica e la ricostruzione storiografica.