Nell'affascinante quartiere di Mergellina, Francesco e Peppe Vitiello gestiscono la premiata trattoria Parthenope, dispensando buoni piatti e aneddoti ancor più saporiti. L'ispettore Gianni Scapece, amante della cucina non meno che delle donne, lavora nel commissariato appena aperto di fronte al locale e dove si racconta che viva il fantasma di una vedova allegra. Per lui è un ritorno a casa, perché in quel quartiere ci è nato, e nell'ospitalità dei Vitiello ritrova il calore e la veracità che aveva perduto. Nelle settimane che precedono il Natale, però, Napoli è scossa dall'omicidio di un ragazzo, il cui corpo viene letteralmente "condito" dall'assassino con aglio, olio e peperoncino. Perché un rituale così macabro? Quale messaggio nasconde? Per trovare la risposta, l'ispettore dovrà scavare tra simboli, leggende e credenze della cultura partenopea, aiutato dalla tenacia del suo capo, il commissario Carlo Improta, e dalle scoppiettanti intuizioni dei Vitiello.
La cosa che subito salta all'occhio leggendo questo romanzo è la punta di ironia che lautore è riuscito ad inserire in questo libro, immergendo il lettore in una storia dove i delitti risultano quasi un contorno, e ricordandogli, ad un certo punto, che tolta quella comicità, il libro rimane pur sempre un Giallo.
Leggendo questo romanzo, inizialmente, credo di aver avuto la mancanza di quegli ispettori perfetti e dalle vite un po vuote, perché nella maggior parte dei casi i protagonisti di queste storie vengono descritti come delle piccole macchine capaci di pensare e votarsi solo al loro lavoro, senza mai sbagliare niente.
Superata liniziale mancanza, mi sono trovata tra le mani un romanzo dove lautore ha presentato e fatto vivere i suoi personaggi esattamente come le persone vivrebbero nella vita reale, con tutti gli aspetti annessi e connessi, riuscendo a renderli verosimili.
Questo aspetto è quello che più ho apprezzato di questo libro perché lo rende unico nel suo genere.
Asia Paglino - 08/10/2019 14:18