La zia Colomba, ricchissima e molto chiacchierata, non sembra la persona giusta per occuparsi della piccola Arabella. Il suo mondo è fatto di una villa colma di opere d'arte, una domestica bisbetica, molta disciplina e poco affetto. Ma la bambina trova nella sua tutrice e nella realtà che la circonda un universo di stimoli culturali e idee libertarie, che lei, come un fiore sotto la pioggia, assorbe e usa per crescere, per trovare la sua strada. E così, grazie all'educazione ricevuta nella sua famiglia di origine e grazie alla zia Colomba, che le trasmette allegramente la libertà, l'ironia e il disincanto con cui guarda il mondo, Arabella riesce a realizzare le sue aspirazioni, viaggia e studia, impara e si innamora, figlia cosmopolita di una Sicilia profumata, antica e piena di contraddizioni. È nato un nuovo genere, una narrazione originale e di qualità: simile a Zia Mame di Patrick Dennis per la vivacità dei personaggi, con la stessa capacità di emozionare di Simonetta Agnello Hornby e lo stesso umorismo dei romanzi di Stefania Bertola. La vita di una ragazza fuori dagli schemi, un ricco e vivido affresco della Sicilia a partire dagli anni Quaranta.
La nostra recensione
Ha il sapore di una fiaba ma una colonna sonora sincopata, la storia dell’orfana claudicante Arabella che cresce solitaria nella villa della zia Colomba, ricchissima vedova sempre in giro per il mondo. Nella Sicilia degli anni ’50, arretrata e pettegola, la ragazzina ha pochi spazi di libertà, ma fortunatamente la zia spregiudicata affida l’istruzione della nipote a un collegio svizzero d’avanguardia, permettendole di trasformarsi in una donna indipendente e con le idee chiare che, grazie alle provvide amicizie internazionali fatte in collegio, potrà alternare i soggiorni nella natia Sicilia con frenetiche vacanze nella swinging London: due scenari opposti, da ognuno dei quali lei saprà cogliere il meglio. Sullo sfondo della vita di Arabella, una variopinta corolla di personaggi rappresentativi della società in evoluzione e tutta la storia della seconda metà del ‘900, dalla politica alla moda, dalla musica al cinema, dai tormentoni televisivi ai prodotti del consumismo rampante, per comporre un’immagine in movimento, quasi felliniana, di un mondo stordito che procede a tentoni. Daniela Pizzagalli