Non è la storia di Panicocoli o di Villaricca, di sfocapèreta o don Martummè, e nemmeno quella di qualche altro personaggio partorito da una memoria troppo giovane per essere considerata vecchia e troppo vecchia per potersi chiamare giovane. Al contrario, è solo un pretesto per indagare, per descrivere e raccontare - attraverso lo strumento della narrazione - il modo di fare e di pensare di una minuscola realtà contadina del Novecento, che si confronta e si scontra con un mondo che, forse con troppa velocità, ha iniziato a cambiare pelle.