Il secondo volume del Quartetto ottomano, l'affresco-capolavoro dello scrittore turco Ahmet Altan, segue le vicissitudini dei personaggi che avevamo conosciuto nel primo volume, Come la ferita di una spada. Ne emerge un affresco impressionante per potenza e vivacita della crisi dell'Impero ottomano all'inizio del '900, attraverso le storie intrecciate di personaggi vivissimi alle prese con amori tormentati, intrighi, giochi di potere e rivolte. Questo secondo romanzo si apre subito dopo il tentativo di suicidio di Hikmet Bey, figlio del medico personale del sultano, mentre cerca di dimenticare la donna all'origine della sua tristezza, la sua sposa, la bellissima e superba Mehpare Hanm. Mentre in un ospedale di Salonicco Hikmet ritrova lentamente le forze e la voglia di vivere, le cose cambiano nella capitale ottomana. Il potere del sultano e minacciato, la rivolta ribolle, le strade d'Istanbul diventano teatro di ogni violenza. Siamo alla vigilia della controrivoluzione del 31 marzo 1909, l'inizio dell'ultimo atto di un grande impero. Colpisce l'attualita di questa storia: a oltre cent'anni di distanza da quegli eventi, la Turchia contemporanea resta alle prese con problemi e situazioni che affondano le loro radici in quell'epoca di conflitto.