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Eccezionale cronista in pubblico e in privato, Giovanni Ansaldo ha tenuto un diario per la maggior parte della vita: un diario che, a mano a mano che viene pubblicato, si rivela fonte di straordinaria ricchezza per la conoscenza del mondo politico-culturale italiano prima, durante e dopo il fascismo. Appare ora il quarto volume, dopo quelli dedicati al confino (1926-27), al decennio di adesione al fascismo (1932-45) e alla prigionia in Germania (1944-45). "Anni freddi" sono gli anni della guerra fredda, ma anche gli anni in cui Ansaldo pagando il passato fascista vive per così dire congelato nella villa di Pescia, emarginato dal mondo dei giornali eppure sempre attivo in collaborazioni non ufficiali a riviste e case editrici (in primo luogo quella dell'amico Longanesi). "Anni freddi" è il diario di uno sconfitto che dall'autoesilio cerca di rientrare nel giro e rifarsi una posizione; dunque un misto di riflessioni amareggiate e a volte incattivite sulla propria sorte, un accorto lavorio di relazioni con gli amici rimasti, un'incessante attività di scrittura. Nel complesso, un notevolissimo autoritratto ma anche una cronaca, al solito ricca di fatti e ritratti dal vero, di un ambiente culturale e giornalistico che dopo le bufere della guerra veniva, con un po' di spregiudicatezza e molta autoindulgenza, ricomponendosi.
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