Siamo nella Russia degli anni Trenta, in pieno stalinismo; in un tempo in cui bisogna pensare allo zucchero e al petrolio, alle cimici nelle stanze, alle code nelle farmacie già svuotate, quando la miseria agisce nel cuore umano come una ferita segreta e la possibilità di guarire è legata al successo della restaurazione economica, che pur si auspica e si condivide. Ma l'individuo è solo mentre le grandi idee invadono le strade. Un equilibrio difficile, una coerenza messa a dura prova; con un linguaggio che non si abbandona mai, se non all'amaro realismo. Victor Serge denuncia anticipando analisi politiche più attuali, i costi esistenziali di una trasformazione, i conflitti interiori di un popolo coinvolto in una grande ristrutturazione.