Anno dei complotti (L')

Con il 1993, il vero anno di passaggio dalla Prima Repubblica all'Italia di oggi, il complotto, dopo secoli di scetticismo e di intensa pratica a un tempo, ha ottenuto anche nel nostro Paese il riconoscimento tanto atteso. Mai infatti come in quei mesi così tante e così autorevoli voci si sono levate per denunciare trame e congiure, ora ispirate dall'estero ora da misteriosi nemici interni. L'aspetto intrigante è stato poi rappresentato dal fatto che l'esplosione dei complotti ha avuto vari 'riscontri' che sembravano fatti apposta per accreditare buona parte degli allarmi. Attaccati da ogni dove, L'Italia del 1993 (che poi è così simile all'Italia di oggi) ha vacillato come non mai sotto le spinte della speculazione finanziaria e delle bombe, dei terremoti giudiziari e degli attacchi ai massimi vertici dello Stato. E così, nel Paese dei fascicoli Sifar e del golpe De Lorenzo, di quello Borghese e della strategia della tensione, dei servizi deviati e dei grandi morti eccellenti e misteriosi (da Mattei a Moro, da Calvi a Sindona), di Gladio e della P2, con l'agonia della Prima Repubblica si è aggiunto un altro capitolo al grande libro dei misteri d'Italia: quello dei complotti (a volte contrapposti, a volte sovrapposti l'uno all'altro) che avrebbero stravolto il Belpaese da Andreotti a Berlusconi. Senza sposare cause e tesi preconcette L'anno dei complotti offre al lettore uno spaccato inedito dei traumi che hanno accompagnato l'uscita dell'Italia dal lungo tunnel della partitocrazia. Ma le vicende di fine Prima Repubblica non autorizzano a eccessivi ottimismi: l'entrata prepotente e a 360 gradi del complotto nel dibattito politico nazionale segna, in qualche misura, metodi, tempi e uomini dell'Italia di domani che si annuncia incerta e contraddittoria come quella di ieri.

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