Può la ricerca dell'Uomo Giusto diventare un obiettivo, una religione, un dogma? Anche solo per un anno? Naturalmente! Lo dimostra Maria che, stufa di fare la preziosa, da un giorno all'altro decide di dare una svolta alla propria vita. D'ora in avanti dirà di sì a tutti gli uomini che le chiederanno un appuntamento. Alti o magri, belli o brutti, calvi o ipertricotici, timidi o sbruffoni, noiosi o brillanti, milionari o poveri in canna, taciturni o logorroici, caucasici, afro-americani, asiatici, papuani: insomma, nessun limite di lingua, razza o nazionalità. E così che le capita un autista della metropolitana, un mimo, un senzatetto, un idraulico che parla solo spagnolo ma che, ahimé, è già sposato, e la cui moglie costringe Maria a prendere in considerazione l'idea di un corso di lingue. Se è difficile trovare un ago in un pagliaio, figuriamoci l'Uomo Giusto! Ce la farà Maria?
Premettendo che sono un'appassionata di chick lit ho acquistato questo libro pensando fosse leggero ma divertente, invece è illeggibile. Innanzitutto l'autrice dichiara che si tratta di un libro autobiografico anche se secondo me le situazioni descritte sono troppo assurde per essere vere; in secondo luogo la signora si da un po troppe arie continuando a rimarcare di essere molto apprezzata dagli uomini; per finire ci sono troppe citazioni di letteratura americana che rendono pesanti la lettura e che ovviamente rimarcano il fatto che la protagonista (autrice) ha una cultura molto elevata. MA COME SI FANNO A SCRIVERE COSI' TANTE CRETINATE IN 368 PAGINE?!
Anonimo - 03/09/2008 15:36
Anonimo - 11/07/2008 14:46