Le democrazie occidentali che hanno creato e sostenuto la globalizzazione a partire dalla seconda metà del secolo scorso sono oggi attraversate da un'ondata antiglobalista che sembra inarrestabile. La crescente disillusione popolare riguardo ai benefici della globalizzazione e il conseguente successo dei partiti sovranisti sono solo alcuni esempi della centralità acquisita dai sentimenti, dalla retorica e dalle politiche antiglobaliste nelle nostre arene politiche. L'autore offre un'interpretazione originale del fenomeno incentrata su due dinamiche strettamente connesse tra loro: l'indebolimento della leadership egemonica statunitense a fronte dell'ascesa di nuove potenze e la crescente domanda di protezione sociale proveniente da fasce della popolazione che sono sempre più esposte a vulnerabilità socio-economiche. Questo ci spiega perché, senza una qualche forma di indirizzo e vincolo politico, difficilmente la globalizzazione potrà tornare ad essere compatibile con le esigenze dell'ordine e del consenso sociale.