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Architetto e artista in senso lato, Antonio Curri (1848 - 1916) risulta una delle personalità più interessanti della cultura di fine Ottocento: alberobellese di nascita, ma napoletano di formazione, dopo una prima fase come pittore di paesaggio, reagisce alla decadenza dell'edilizia corrente dedicandosi alla progettazione di architetture di qualità, nelle quali amalgama con estro ed eleganza spunti tratti da molteplici suggestioni storiche. Oltre che ad Alberobello, dove costruisce tra l'altro il Cimitero e la facciata della chiesa dei Santi Medici, e a Roma, Curri è attivo soprattutto a Napoli e in Campania, dove realizza opere notevoli, spesso in collaborazione conaltri importanti artisti, pittori, scultori e decoratori. Tra i suoi lavori più significativi si collocano il Caffè Gambrinus, la Galleria Umberto I, l'Ospizio Marino di Posillipo, le ville di Edoardo Scarpetta e di Francesco Crispi, tutti a Napoli, nonché il Teatro Garibaldi a Santa Maria Capua Vetere ed il palazzo Buchy di Salerno. Il volume, sulla base di materiali inediti e grazie al contributo di vari studiosi (G. Cassese, P. L. Ciapparelli, U. Carughi, C. De Venere, T. A. Galiani, F. Mangone, P. Rossi) ricostruisce l'intensa carriera, avvalendosi di un ricco repertorio iconografico, costituito da splendidi disegni originali, finora inediti, e da una campagna fotografica eseguita ad hoc da M. velo e C. Laera.
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