In un momento di grave crisi di senso della politica, queste note febbrilmente registrate tra 1942 e 1943 da Simone Weil - eminente figura intellettuale del Novecento - rappresentano una delle più drammatiche requisitorie contro i partiti politici e fanno luce su un pensiero che, precorrendo i tempi, ha saputo individuare nei partiti qualcosa di intimamente totalitario, un male quasi allo stato puro. L'edizione ripropone la celebre traduzione che Franco Ferrarotti realizzò nel 1951 per la rivista "Comunità" ed è preceduta dal suo saggio "Dei Partiti, ovvero dell'innata tendenza autoritaria". Nella sua postfazione, "il partito e la luce interiore", Castronuovo ricostruisce la storia del testo e analizza come la Weil vedesse nei partiti degli organismi costituiti "in modo da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia".