Siamo nel 330 a.C., Atene è in preda ai veleni (veri e metaforici): tre casi giudiziari celebri. Persone accusate di assassinio e di empietà. Così Aristotele si improvvisa detective per aiutare il suo allievo prediletto.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 20/11/2023 14:23
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"Aristotele e i veleni di Atene" (2004) di Margaret Doody è il sesto appuntamento (su dodici, quindi ci troviamo esattamente a metà) con i casi di Aristotele detective, il filosofo residente in Atene. Quelli citati nel titolo sono veleni in senso letterale, ma anche metaforico...
La data del matrimonio di Stefanos è pregiudicata per via della sua partecipazione in qualità di testimone al processo per il delitto di Ortobulos, un facoltoso cittadino avvelenato con la cicuta dopo le seconde nozze. Il delitto ha tutta l'aria di essere un complotto di famiglia. Tempo dopo, in una costosa casa di piacere, Stefanos assiste al famoso "delitto" (metaforico!) di Frine, la donna più bella dell'Attica nonché la donna di compagnia più famosa dell'antichità .Frine è accusata di celebrare i miti eleusini e di insegnare ad adorare un nuovo Dio: e sono questi reati che prevedono la pena di morte. Il processo per empietà di Frine si tenne realmente ed è stato molto documentato: un evento dalle gravi implicazioni politiche per via delle posizioni antimacedoni della donna. Aristotele sa però che questo non è un processo religioso, bensì un processo politico.
Nel suo thriller la Doody ricostruisce la sequenza in maniera evocativa, avvincendoci come nessun saggio storico saprebbe mai fare. Il difetto più grande delle detection imbastite dalla Doody è che il giallo parte davvero tardi, ma il pregio è che, al netto di tutto, è sempre un piacere leggerla, qualsiasi cosa scriva...
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