L'articolo 1 della Costituzione della Repubblica fa del lavoro la sostanza stessa della cittadinanza, quasi che solo attraverso l'esercizio di questo diritto-dovere l'individuo acquisti una piena personalità sociale. Quale ne sia l'interpretazione giuridico-politica, questa impostazione implica che, al di là dell'attualità più bruciante, nelle nostre corde collettive il lavoro è sempre l'arte dell'homo faber. Tutt'altro che mercé, il lavoro è identico alla vita di ciascuno, complemento inestirpabile, carattere e manifestazione della sorte personale. O almeno così concordano a vedere, senza preavviso, i sei scrittori a cui abbiamo chiesto di trovare una narrazione e immaginare un racconto che possa, secondo loro, rappresentare l'impegno e la fatica oggi del lavoratore.