Ogni discorso sulla vecchiaia parte o sfocia in considerazioni psicologiche o etiche o sociali, naturalmente lecite, forse anche interessanti, se sostanzialmente non lasciassero il problema insoluto. Lo affronta invece nel modo giusto Rita Levi Montalcini, forte delle sue conoscenze scientifiche e delle proprie esperienze esistenziali. La studiosa, consapevole di aver realizzato alcune fondamentali scoperte anche dopo l'assegnazione del Nobel, e quindi una volta superati i settant'anni, oggi, superata la soglia dei novanta, conduce una vita ricchissima di impegni sociali e intellettuali. In questo breve, intenso e lineare saggio, rifiutando sia le riflessioni consolatorie che i lugubri lamenti, asserisce che il cervello può continuare a funzionare perfettamente anche in tarda età, diversamente da altre nostre funzioni fisiologiche; se perde alcune prerogative, le sostituisce con altre che in parte compensano e superano quelle perdute. Esemplifica poi questa teoria parlando di cinque personaggi di straordinario rilievo, tutti attivissimi anche negli anni più tardi: Galileo Galilei, Michelangelo, Ben Gurion, Bertrand Russell e Picasso. Tuttavia non è a personaggi eccezionali che il saggio è indirizzato, bensì a tutti coloro che temono la vecchiaia, perché imparino ad affrontarla.