Era il 1944. Sono entrato ad Auschwitz di mia volontà
È possibile immaginare che qualcuno si sia introdotto volontariamente ad Auschwitz? Eppure, nel 1944, un uomo è stato capace di farlo. Denis Avey è un prigioniero di guerra inglese, che durante il giorno è costretto ai lavori forzati insieme ai detenuti ebrei. Gli basta poco per capire quale sia l'orrore che attende quegli uomini, consunti e stravolti, quando la sera fanno rientro al loro campo Quello che intuisce è atroce, ma Denis sente di voler vedere con i propri occhi: in un gesto che pare folle, decide di scambiare la sua divisa da militare con gli stracci a righe di un ebreo di nome Hans, ed entrare nell'inferno di Auschwitz. Da quel momento ha inizio la sua lotta per salvare la propria vita e quella di tanti altri prigionieri ebrei. Una storia scioccante e commovente che, a più di sessant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, Denis Avey ha finalmente trovato la forza di raccontare. Per testimoniare, ancora una volta, l'orrore dell'Olocausto.
Denis Avey
È nato nell'Essex nel 1919, si è arruolato nel 1939 nell'esercito britannico e ha combattuto nel deserto durante la seconda guerra mondiale. Dopo essere stato catturato, venne trasferito prima in Italia e poi nel campo di prigionia vicino ad Auschwitz III. Alla fine del conflitto, riuscì tra mille peripezie a tornare nel Regno Unito. È stato insignito dall'ex Primo Ministro inglese, Gordon Brown, della medaglia d'onore come eroe dell'Olocausto. È morto il 16 luglio del 2015.
Grazie a Rob Broomby, giornalista della BBC, la storia di Avey è finalmente diventata di pubblico dominio, prima con un documentario e poi con un libro tradotto in tutto il mondo.
Libro autobiografico di Denis Avey, militare volontario Inglese che racconta in modo avvincente la sua esperienza di soldato, dalla guerra in Africa, fino alla prigionia in Germania,in un campo situato vicino a Auschwitz. Lui prigioniero di guerra, prende la decisione sfrontata e assolutamente incosciente di introdursi nel campo di lavoro e sterminio di Auschwitz, scambiando le vesti con un prigioniero ebreo per due giorni. Lui vuole vedere in prima persona ciò che accade per poterlo raccontare, per vedere ciò che realmente accade in quei luoghi. La cosa particolare e che colpisce di questa esperienza così unica è il punto di vista, che diventa quasi esterno. Lui che non doveva stare lì perché obbligato, ma perché vuole vedere e conoscere, toccare con mano la crudeltà e violenza che si perpetuavano in quel luogo. Lui che oggi è un uomo anziano, solo dopo 70 anni ha trovato la forza e il coraggio di raccontare la sua esperienza di giovane soldato. Gli eventi narrati sono lontani nel tempo ma ci aiutano a non dimenticare ciò che è accaduto da una angolazione diversa, ma sempre cruda e terribile. Memorandum "perché il male trionfi basta che i giusti non facciano niente".
martina stanziani - 07/05/2014 12:14
Jamile Karina Antonio - 04/02/2013 13:44