Catalogo della mostra: Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 9 aprile-13 luglio 2014. La mostra intende restituire finalmente a Baccio Bandinelli (Firenze, 1493-1560) la sua posizione di rilievo nel panorama della scultura italiana del Cinquecento, dopo l'ostracismo della critica negli ultimi due secoli. La sua biografia è tra le più estese fra le "Vite" del Vasari, che definì Baccio "universale artefice", detestando il suo carattere, ma riconoscendo il suo genio. Dalla sua morte (1560) e fino a tutto il neoclassicismo, l'ammirazione per l'artista fu pressoché unanime: Bandinelli era considerato con Michelangelo il massimo scultore della sua epoca ed è innegabile che, dopo il Buonarroti, egli sia la figura di maggior rilievo nel campo della scultura del Cinquecento assieme a Jacopo Sansovino e a Benvenuto Cellini, suo acerrimo nemico. Fu anche il fondatore, a Roma, della prima Accademia per giovani artisti e ci ha lasciato uno dei più estesi carteggi di artisti del Cinquecento. I suoi committenti principali furono dapprima i due papi di casa Medici - Leone X e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I, di cui divenne lo scultore ufficiale. Grande "disegnatore", fin dalla giovinezza Bandinelli primeggiò su tutti i concorrenti (spesso di gran nome) e si assicurò - a Firenze e a Roma, ma non solo - le imprese artistiche più impegnative e prestigiose.