Una città in bilico tra l'euforia della liberazione e il caos dell'anarchia. Una città frenetica e smarrita dove è diventato difficilissimo vivere e anche sopravvivere. Senza legge, lavoro, stipendi, scuole, università, banche, luce, acqua potabile, benzina, gas, telefono. Dove manca tutto, eccetto le armi. E' questa la Baghdad raccontata nel libro, diario di guerra di un cronista entrato in città subito dopo la caduta del regime e al tempo stesso raccolta di storie di vita. Tutt'intorno l'umanità dolente e ribollente di Baghdad: l'allenatore torturato da Uday Hussein, il pescatore del Tigri, gli sciuscià e gli orfani, le donne che hanno studiato, parlano inglese e lottano per la fine dell'occupazione americana.