Big Banana, ormai considerato un classico della letteratura centroamericana, arriva in Italia a distanza di vent'anni dalla prima edizione in lingua spagnola. In una New York di fine millennio, su cui incombe la tragedia dell'undici settembre, il giovane protagonista del libro, l'honduregno Eduardo Lin, tenta di affermarsi nel mondo dello spettacolo e intanto sbarca il lunario lavorando come operaio in un'impresa edile. La convivenza con altri latinos della Grande Mela, scandita da feste, droghe e un'assoluta libertà sessuale, delinea un mondo nel quale emergono le luci abbaglianti e i contrasti del sogno migratorio. L'unico filo che ancora lega Eduardo alla terra natale è quello della New York Telephone con cui tiene accesa la passione per la sua Mirian, rimasta in Honduras per costruire un paese migliore anche attraverso il suo attivismo politico. Quesada racconta con ironia, disincanto e profondo realismo il conflitto e il difficile processo di integrazione delle comunità ispaniche nella società statunitense, a cui fa da contraltare la realtà honduregna, che si insinua pagina dopo pagina nelle pieghe della narrazione.