Dotato di grande sensibilità e rigore tecnico, Alfonso Borghi, in quarant'anni ininterrotti di attività, è approdato ad una sintesi pittorica di indiscutibile fascino. Passando dal figurativo morandiano dei primi anni a un surrealismo lacerante degli anni Ottanta, quindi a un astrattismo di impronta futurista del decennio successivo, l'artista emiliano - nato a Campegine di Reggio Emilia nel 1944 - è arrivato oggi a una sintesi in cui un uso sontuoso della materia si associa ad un senso del colore di estrema efficacia. Una sessantina di opere - tra cui alcune sculture - si alternano, con un ritmo incalzante e coinvolgente, a magnifiche immagini del Palazzo che ha ospitato la mostra. La pittura di Borghi, fatta di rossi vermigli, gialli cromo, azzurri oltremare, trascende il reale quasi a voler rappresentare quella "Giostra della vita" che ha dato il titolo alla mostra e al catalogo.