Nell'istituto 8 Novembre, in Albania, la vita è scandita alla perfezione, segue orari e modalità organizzati nel dettaglio. Eppure, nonostante l'ordine impeccabile che governa la struttura, i ragazzi trovano sempre e comunque un modo per distrarsi, per essere leggeri, per essere bambini. Lo Stato, che a tutti gli effetti si occupa di loro, è anche lo stesso che li vuole assoggettati, sottomessi, remissivi, pronti a prendere sulle proprie spalle il peso della nazione, ad accettarne le imposizioni e perpetuarne i dogmi. È per questo che, appena se ne presenterà l'occasione, Ibrahim deciderà di fuggire, con nel cuore la speranza di una vita diversa.