Eliot Nailles e Paul Hammer: due uomini, due archetipi prigionieri della cabala del loro cognome (nail e hammer sono, in inglese, rispettivamente chiodo e martello). Uno è un marito innamorato e un padre affettuoso, l'altro un bastardo psicotico, perduto in un mondo che non sa che farsene di tipi come lui. La culla del loro dramma magnetico e irresistibile è il sobborgo di Bullet Park, ancora una volta un nome simbolico (bullet, proiettile) che ospita un'ossessione quella di Hammer per il "sacrificio" di una vittima predestinata e allo stesso tempo è la culla di quella media borghesia, americana ma non solo, che Cheever ha ritratto come nessun altro.
Cheever scrittore in cui, secondo il mio parere, prevale sopra tutto la sua grande capacita di esprimersi nel racconto. In romanzi come questo riesce comunque a esprimere tutta la sua bravura raccontandoci ancora una volta la media borghesia americana. Si apprezzano la profondità degli aspetti psicologici resi in unalternanza di situazioni che, anche quando sono a volte descritte nella loro comicità, sembrano comunque in un lucido ed impietoso accadimento più facilmente volgere verso la tragedia. Chi conosce ed ama Yates non può non leggere anche questo scrittore.
ernesto alba - 25/05/2013 11:19