In un preciso e determinato momento dell'esistenza umana, mi ritrovai ubriaco. Quasi stordito di sonno, immerso in una fitta nebbia e vi restai lontano da ogni umana ragione, lasciando al tempo il suo diradare Cosicché, dalla distanza non lasciò ch'io scorgessi una figura ?
In quel riflesso, fummo l'uno d'innanzi l'altro e le chiesi :
Chi sei ? E perché mi ti presenti così in malo modo
Quell'Essere, a chi nulla lascia trasparire del proprio volto, rispose, indicando me quale artefice di tanta bontà..., dicendo :
Tu mi invocasti implorando persino ch'io prendessi te, come mio sposo ? E ora eccomi al tuo cospetto...
Sì Come il faro che illumina la notte durante la tempesta, così quelle parole marcarono la rotta ai miei ricordi. E io, marinaio, sentii tremolare le mie gambe sotto il peso del mio peccato, e giù caddi in preghiera e la pregai :
Signora, ora che il tempo è andato ti prego: fa'! Come del resto è, soltanto uno sfogo di parole nel momento questo
No ! - Senza perdere dell'altro tempo ella non volle nemmeno provare a dubitare delle mie parole:
No ! Io non concedo che il tempo a me di diritto. Quindi, io non concedo tregua; io sono la Morte !
A quel dire udii il sibilo metallico dell'enorme falce - " ffsss ... " - ruotare pronta a colpire ? Tanto ormai nulla più poteva deviare il corso del ferro
Così, rassegnato da una fine ormai imminente. Mi afferrai il capo rannicchiandomi al suolo tutto in un sol bozzolo, con l'intento d'attenuare il violento impatto. Restandone preso a tal punto da non sentire né il dolore né il freddo interporsi al battito del mio cuore. Che se pur soffocante in gola, udivo la vita ? Tanto da rendere quel mio tremolare come a una foglia al vento sublime ! Da prenderne coraggio e stupire nel vedere ritto innanzi a me un giovane sorretto dalla possente lama che per tutto il fianco lo traversò.
Quand'ecco venne meno... Egli barcollò !
D'impeto lo afferrai. Cauto lo distesi a terra. E ponendomi il capo suo in grembo, trovai conforto
Dolce e carezzevole ebbi ad apprezzar sul viso il palmo della sua mano !
Poi, rivoltosi alla Morte le disse:
Signora e padrona della vita. Ciò che si doveva lo si è ben fatto. Dunque. Ti prego. Prendine atto riprendendo il tuo cammino...
La Morte ? Severa come è noto, seppe però compiacersi: ricomponendosi in spalla l'enorme falce, riprese il suo funesto passo. Lasciando me inerme e atterrito al suolo a carezzare quel capo biondo ricciuto. Travagliato come non mai. Riuscii solo a chiedere perché ? Per tutto. Saziando così, quell'angoscia calzante capace d'insidiarti il cuore. Raccolsi dal suo sguardo lo giusto suo consenso. E se anche con la vita sfumata. Così costui intese me rispondere:
Perché morire se non sai per cosa vivere
Lasciando nell'aria. Con quel suo tocco. Una profonda riflessione. Ch'io tenni a mente non più di qualche attimo. Preda delle circostanze, quando mi lasciai rapire dai suoi occhi azzurro mare, vedendoli infastiditi persino da quel po' di chiarore onnipresente là... Chissà dove ? Costui, lentamente si spegneva... (continua...)