Agli inizi del Novecento, sulle cartoline spedite da Parigi a chi è rimasto in montagna ad aspettare, si liberano i pensieri e i diversi destini di due ragazzi piemontesi della Valle di Susa. Un maestro che ha viaggiato e vuole sostare, una ragazza con un talento che forse troverà un suo pubblico, un montanaro preso dal fascino della città della luce. Questa storia è stata scritta febbrilmente in un paio di mesi, dopo una camminata in una borgata di montagna, dove un cartello spiegava che i montanari all'inizio del secolo scorso lasciavano la valle per andare a lavorare a Parigi in inverno, per lo più come camerieri, e che le donne rimanevano a casa, con i bambini e il maestro assoldato per la stagione ad una fiera di paese. Si sa che molti lettori si appassionano a individuare i luoghi e i siti su cui si muovono i personaggi. Se a chi leggerà questa storia verrà voglia di mettersi in viaggio per visitare la piccola borgata di Teresa, o di fare un viaggio virtulae sulla rete per verificare che i dati storici siano stati utlizzati correttamente, questa mia storia avrà comunque sortito un effetto positivo. L'altro effetto auspicato è il desiderio di stimolare qualche riflessione sugli effetti della mano del destino sui sogni di due coppie di giovani di cento anni fa, tra talento, ingenuità, tenerezza e passione.