Dopo il grande successo di "La vita intera ti ho dato", una nuova prova letteraria della scrittrice cubana: una storia a un tempo lirica e cruda, se non addirittura spietata, in cui si fondono con esiti sorprendenti autobiografia e letteratura. Marcela, una donna coraggiosa e ribelle, nella sua esistenza non si è risparmiata nulla: fuggita dall'Avana, con il cuore non ha mai lasciato la sua terra, "Quell'Isola", come viene chiamata nel romanzo, a cui è legata da un vincolo di affetto e rancore. In una Parigi diafana e malata si adatta a svolgere i lavori più umili, animata da un'ansia di riscatto e da un desiderio di vivere fino in fondo, con coraggio, rabbia, violenza quasi, ogni esperienza e passione - amori spesso sbagliati, tradimenti, amicizie spesso pericolose -, ma senza mai rinunciare ai suoi sogni e alla sua Isola. Fino al successo come fotografa. Fino al presentimento di un crimine imminente. Fino all'orlo di un abisso inevitabile. I riti della santeria, l'esaltazione di una sensibilità vissuta a fior di pelle, la celebrazione e la degradazione del corpo, il sesso consumato senza ipocrisie, con vitalità e disperazione insieme: tutto contribuisce a renderla una figura misteriosa, sfacciata e tenera a un tempo. Ostinata custode della memoria, Marcela tesse la fragile tela dei ricordi per sé e per un gruppo di amici, esuli cubani come lei, dispersi nel mondo.