Le vicende anche drammatiche del mondo finanziario in questi anni sono analizzate in questo volume da Bragantini; al centro si colloca la sua evoluzione a partire dalla metà degli anni Novanta, che faceva da sfondo al libro precedente dell'autore, il cui testo è anche qui riportato. La privatizzazione del sistema bancario ha dato vita a un sistema ingessato, caratterizzato da intrecci siamesi, nel quale la Banca d'Italia cerca di giocare quel ruolo di gran regista della ristrutturazione del sistema che è ormai incompatibile con un moderno mercato finanziario. Ne risultano danneggiate le banche più forti, che pagano il prezzo di una protezione di breve respiro accordata alle banche deboli, spesso mal gestite. In questo quadro si inseriscono gli scandali Cirio e Parmalat, che possono intaccare il capitale di fiducia del pubblico nel sistema bancario. Gli imprenditori, troppo attaccati al controllo assoluto delle imprese, le lasciano decadere pur di non perderlo, in tal modo miopemente condannando le aziende, e quindi il loro stesso patrimonio, al declino. La flessibilità, imposta dalle circostanze di fatto ai lavoratori, è infatti rifiutata da molti imprenditori, incapaci di prendere atto che il mondo è irrimediabilmente mutato. Ne esce il quadro di un Paese che gli errori di banche, imprenditori e politici consegnano al pericolo accentuato di divenire, nei prossimi decenni, puro mercato di consumo per i produttori dei Paesi europei forti: una società incapace di adeguarsi al cambiamento.