La catena è stato scritto da Emilio Lussu nell'estate del 1929, su sollecitazione di Gaetano Salvemini, dopo l'evasione dall'isola di Lipari in compagnia di Francesco Fausto Nitti e di Carlo Rosselli. Con Marcia su Roma e dintorni (1933) e Un anno sull'Altipiano (1938) costituisce la magistrale trilogia lussiana sulla grande guerra, l'avvento del fascismo al potere e la persecuzione degli avversari politici da parte della dittatura mussoliniana. Semplice e assolutamente emblematica la vicenda narrata ne La catena: all'insediarsi del regime Lussu rifiuta ogni compromesso con i vincitori. All'ennesima provocazione degli squadristi - che tentano di penetrare armati nella sua abitazione - si difende, con le armi in pugno. La catena è dunque la nitida cronistoria della vicenda che nell'autunno del 1926 porta il deputato cagliaritano (decorato al valore militare per l'ardimento dimostrato nel corso della "grande guerra") in galera e poi al confino. Contemporaneamente alla sua vicenda personale Lussu in questo libro inquadra, con una prosa brillante e pervasa da un'amara ironia, la debolezza intrinseca del composito fronte delle opposizioni e il tragitto che, attraverso le leggi speciali del novembre 1926, fa del fascismo un regime totalitario, violento, intollerante di ogni dialettica democratica.