Su una spiaggia della Versilia, al ritmo sincopato di un charleston una bambina, quasi una ragazza, inizia a muovere i suoi primi timidi passi di danza. È qui che comincia il racconto di Enzo Fiano, con un'immagine di giovinezza liliale, non ancora ruggente, ma ricolma di speranza. E tutto Charleston coglie l'invito di questo ballo, in un continuo inseguirsi di ricordi teneri e vibranti, capaci di illuminare persino i momenti più bui del Novecento, del fascismo, della Shoah, che hanno lasciato sulla storia e le persone che l'hanno vissuta un segno tragicamente indelebile. Così, come nella composizione di un'opera musicale, l'autore sceglie di rincorrere il tema la storia della propria famiglia attraverso undici variazioni, undici movimenti dell'animo umano che si culla a occhi chiusi tra il mondo di ieri e il presente.
Un dolce esercizio della memoria che è non solo un modo diverso di riavvicinarsi al passato ma forse l'unico per gettare uno sguardo sul futuro.