Tutte le civiltà umane hanno sempre pensato che il mondo fosse fatto di Cielo sopra e Terra sotto. Tutte, eccetto una. Per i Greci la Terra era un sasso che galleggia nello spazio; sotto la Terra non c'era altra terra, né tartarughe, né le gigantesche colonne di cui parla la Bibbia. Come hanno fatto i Greci a comprendere che la Terra è sospesa nel nulla? Chi lo ha capito e come? È di questa straordinaria «rivoluzione scientifica» di Anassimandro che l'autore ci parla, e che Karl Popper ha definito «una delle idee più audaci, rivoluzionarie e portentose dell'intera storia del pensiero umano". E del conflitto che ha aperto, che ancora brucia. E della natura del pensiero scientifico, della sua capacità critica e ribelle, della forza con cui sovverte l'ordine delle cose e la nostra immagine del mondo; di un sapere scientifico estremamente efficace e «sbagliato» al tempo stesso, come ci insegna la fisica del xx secolo. Parlare di Anassimandro è riflettere su cosa significhi la rivoluzione scientifica aperta da Einstein.