E lei, Tat'jana Ivanovna, la vecchia nutrice, a preparare i bagagli di Jurij e di Kirill, i ragazzi che partono per la guerra; ed è lei a tracciare il segno della croce sopra la slitta che li porterà via nella notte gelata. Sarà ancora lei a rimanere di guardia alla grande tenuta dei Karin allorché la famiglia dovrà, come tanti, rifugiarsi a Odessa e ad accogliere Jurij quando tornerà, sfinito, braccato. Né si perderà d'animo, la vecchia nutrice, quando dovrà camminare tre mesi per raggiungere i padroni e consegnare loro i diamanti che ha cucito a uno a uno nell'orlo della gonna. Grazie a quelli potranno pagarsi il viaggio fino a Marsiglia, e proseguire poi per Parigi. Nel piccolo appartamento buio che hanno preso in affitto Tat'jana vede i Karin girare in tondo, dalla mattina alla sera, come fanno le mosche in autunno. Lei, che è stata testimone del loro splendore, che li ha visti crescere, che li ha curati e amati per due generazioni con fedeltà inesausta, li vedrà adesso vendere le posate, i pizzi, perfino le icone che hanno portato con sé. Sembra che nessuno di loro voglia ricordare ciò che è stato; solo lei, Tat'jana Ivanovna, ricorda: così una notte, quella della vigilia di Natale, mentre tutti sono fuori a festeggiare, si avvia da sola, avvolta nel suo scialle, verso la Senna.
Lo stile narrativo è privo di fronzoli e ci regala un sofferto spaccato di storia, quella dei russi messi in fuga dalla Rivoluzione Bolscevica. Protagonista è la vecchia nutrice Tat'jana Ivanovna e l'amore incondizionato che nutre per la famiglia Karin. Un piccolo capolavoro letterario da leggere assaporandone le pagine. Buona lettura:)
Come le mosche d'autunno
Anonimo - 18/02/2008 16:25
2/
5
Non male, ma dalla Nèmirovsky mi aspettavo di più... molto meglio David Golder e Jezabel.
Come le mosche d'autunno
Elisabetta Bolondi - 26/11/2007 18:12
4/
5
La nostalgia del freddo e della neve della sua terra porteranno alla morte la vecchia Tatiana Ivanovna, fedele domestica della nobile famiglia russa dei Karin, costretta a lasciare ricchezze e patria in seguito alla Rivoluzione bolscevica, e riparata fortunosamente a Parigi, dove vive grazie ai diamanti che Tatiana si è cucita nella gonna riuscendo a scampare agli eccidi. La vita degli emigrati ci viene descritta con una straordinaria vena poetica, e tutto il racconto fa pensare ai grandi narratori russi ma anche al piccolo capolavoro di Flaubert, Un cuore semplice. La vita dei domestici che si sacrificano per i loro padroni, tema così caro alla narrativa verista di fine 800, trova in questo bel testo della Nèmirovsky un epilogo suggestivo.
I personaggi di contorno sono ben costruiti, ma la vecchia nutrice, i suoi ricordi, i suoi sentimenti, la impossibilità di confrontarsi con i cambiamenti operati dalla storia sui suoi amati padroni restano protagonisti assoluti del breve racconto.
Grizzly - 27/02/2008 22:03
Anonimo - 18/02/2008 16:25
Elisabetta Bolondi - 26/11/2007 18:12