«E Gongolo? Gongolo pianse tutte le sue lacrime, dato che si trattava di una morte annunciata. Una delle più abominevoli, perché sarebbe stato caricato su un camion della spazzatura e poi scaraventato in una discarica.
Oppure - sciagura altrettanto terribile - sarebbe stato rapito da un commando dell'FLNG (Fronte per la Liberazione dei Nani da Giardino), un movimento terroristico internazionale, purtroppo in rapida espansione. Un movimento che afferma di voler liberare i nani e invece li strappa con violenza al loro habitat e poi li abbandona in boschi sperduti e inaccessibili.
I nani da giardino (caso mai qualcuno non lo ricordasse) sono molto sensibili. I nani da giardino, anche se non sembra, sono creature delicate».
Da quando i signori Luposki hanno deciso di costruire una pensione per cani nel terreno davanti a casa, per i gerbilli è giunta l'ora di migrare, onde evitare morsicotti e altri fastidiosi dispetti.
Inizia così per i piccoli roditori la lunga marcia, epica e sgangherata, verso la Terra promessa: quel Gerbido Nuovo tanto decantato dal malinconico nano Gongolo.
La diffidenza si vince con un gioco di parole, un agguato si fronteggia grazie alle «furbate» lette nei libri, e alla fine del viaggio tocca affrontare anche uno spaventapasseri depresso, costruito e poi abbandonato da un ragazzino un po' speciale.
La curiosità dei gerbilli per tutto ciò che li circonda è forte, specialmente quando le parole prendono vita e si attorcigliano alla realtà creando un mondo giocoso, sempre in bilico tra ciò che è bene sapere e ciò che è bello immaginare.
Perché «le parole sono giocattoli con cui ci si può sbizzarrire in tanti modi. Senza strapazzarle troppo, però».